«Alzati e vai»: Venezia 28 aprile 2024

Domenica 28 aprile 2024 Papa Francesco ha incontrato 1.300 ragazzi e giovani del Triveneto a Venezia. Anche dalla diocesi di Udine era presente un gruppetto di giovani rappresentato dai collaboratori dell’equipe di Pastoral Giovanile diocesana.

Papa Francesco passa tra la folla dei giovani riuniti fuori dalla Madonna della Salute.

I giovani udinesi domenica alle 05.00 del mattino sono partitialla volta di Venezia: auto, treno e a piedi fino alla Madonna della Salute per incontrare insieme agli altri giovani del Triveneto il Santo Padre.
Con un pò di anticipo alle 09.40 il papa Francesco è arrivato in barca; una volta sceso è passato per ben due volte tra i 1.300 giovani riuniti sul piazzale antistante la Basilica della Salute salutando e ricercando con lo sguardo gli occhi dei presenti, pareva dicesse proprio “ciao, benvenuto“.

Il Pontefice poi ha parlato ai giovani ricordando che tutti noi abbiamo ricevuto un dono grande, quello di essere figli di Dio amati, e siamo chiamati a realizzare il sogno del Signore: testimoniare e vivere la sua gioia. Non c’è cosa più bella. Non so se vi è capitato di vivere alcune esperienze così belle da non riuscire a tenerle per voi, ma da sentire il bisogno di condividerle. Tutti noi abbiamo questa esperienza, una esperienza tanto bella che uno sente il bisogno di condividerla. Noi siamo qui oggi per questo: per riscoprire nel Signore la bellezza che siamo e rallegrarci nel nome di Gesù, Dio giovane che ama i giovani e che sempre sorprende. Il nostro Dio ci sorprende sempre. Avete capito questo? È molto importante, essere preparati alle sorprese di Dio! 

[…]

Vi suggerisco due verbi, per ripartire, due verbi pratici perché materni: due verbi di movimento che animavano il cuore giovane di Maria, Madre di Dio e nostra. Lei, per diffondere la gioia del Signore e aiutare chi era nel bisogno, «si alzò e andò» (Lc 1,39). Alzarsi e andare. Non dimenticare questi due verbi che la Madonna ha vissuto prima di noi.

Prima di tutto, alzarsi. Alzarsi da terra, perché siamo fatti per il Cielo. Alzarsi dalle tristezze per levare lo sguardo in alto. Alzarsi per stare in piedi di fronte alla vita, non seduti sul divano. Avete pensato, immaginato, cos’è un giovane per tutta la vita seduto sul divano? L’avete immaginato questo? Immaginate questo; e ci sono divani diversi che ci prendono e non ci lasciano alzare. Alzarsi per dire “eccomi!” al Signore, che crede in noi. Alzarsi per accogliere il dono che siamo, per riconoscere, prima di ogni altra cosa, che siamo preziosi e insostituibili.

La folla dei 1.300 giovani del Triveneto.

[…]

Vi dirò una cosa che questo mi suggerisce. È bello guardare una persona dall’alto in basso? È bello o non è bello? No, non è bello. Ma quando si può guardare una persona dall’alto in basso, quando? Per aiutarla a sollevarsi. L’unica volta che noi possiamo guardare una persona dall’alto in basso con bellezza è quando la aiutiamo a sollevarsi. E così fa Gesù con noi, quando siamo caduti. Ci guarda dall’alto in basso. Questo è bello. Non ci credi? Apri il Vangelo e guarda cos’ha fatto con Pietro, con Maria Maddalena, con Zaccheo, con tanti altri: meraviglie con le loro fragilità. Il Signore con la nostra fragilità fa delle meraviglie.

E un po’ en passant: voi leggete il Vangelo? Vi do un consiglio. Avete un piccolo Vangelo tascabile? Portatelo sempre con voi e, in qualsiasi momento, apritelo e leggete un piccolo brano. Sempre con voi il piccolo Vangelo tascabile. D’accordo? [rispondono: “Sì!”] Avanti, coraggio!

Dio sa che, oltre a essere belli, siamo fragili, e le due cose vanno insieme: un po’ come Venezia, che è splendida e delicata al tempo stesso. È bella e delicata, ha qualche fragilità che dev’essere curata. Dio non si lega al dito i nostri errori: “Hai fatto così, hai fatto…”. Lui non si lega a questo ma ci tende la mano. “Ma, padre, io ne ho tanti, tante cose di cui mi vergogno”. Ma non guardare te, guarda la mano che Dio ti tende per alzarti! Non dimenticare questo: se tu ti senti con il peso della coscienza, guarda il Signore e lasciati prendere per mano da Lui. Quando siamo a terra, Lui vede figli da rialzare, non malfattori da punire. Per favore, fidiamoci del Signore!

[…]

E dopo l’alzarsi, andare. Andare è farsi dono, donarsi agli altri, capacità di innamorarsi; e questa è una cosa bella: una giovane, un giovane che non sente la capacità di innamorarsi o di essere amorevole con gli altri, qualcosa gli manca. Andare incontro, camminare, andare avanti.

Per il testo completo ▶️ link 

l cordone dei giovani “sul” Canal Grande.

L’incontro di 40 minuti circa si è concluso con un doppio momento: alcuni giovani hanno consegnato a Papa Francesco una forcola, prezioso strumento per dirigere la direzione della gondola e della vita di ognuno e poi è stato vissuto un minuto di preghiera silenziosa voluta dai giovani per il Santo Padre: «Lei ci chiede sempre di pregare per Lei, Santo Padre. Questi giovani hanno chiesto di farlo per Lei anche quest’oggi, e quindi chiediamo quel tempo per chiedere a Dio Padre di benedire la Sua vita, il Suo ministero di padre e di lasciare che noi possiamo essere pecore docili alla Sua guida. Per l’intercessione della Vergine che custodisce questa nostra diocesi e che Lei ci insegna a pregare, questo minuto di silenzio.».

Infine i giovani in corteo ha accompagnato il Santo Padre, “camminando” su un mega ponte mobile sul Canal Grande fino a piazza S. Marco, dove poi insieme a tutti i fedeli è stata celebrata la Santa Messa.

Le parole dei giovani udinesi

Angelica,  26 anni da Campoformido

L’incontro con il Papa di oggi è stato emozionante. Credo che la cosa più bella che traspare ogni volta dalle parole del Pontefice, sia la speranza che ha nei giovani incoraggiandoci a guardarci con gli occhi di Dio che ci ama da sempre. È stato bello stare in mezzo a tanti giovani che, come me, stamattina hanno deciso di rinunciare alla dormita domenicale per riunirsi tutti insieme per incontrare Dio. È alle volte difficile riuscire a volersi bene e a guardarsi con amore, è più semplice guardare ai nostri errori e alle nostre debolezze, ed è qui che le parole del Papa acquistano più valore, lui che nonostante l’età e le difficoltà fisiche, ci tiene ad incontrare i giovani che sono il futuro della Chiesa, lui che ha sperimentato l’amore di Dio e non vuole tenerlo per sè e vuole esserne testimone.

Il gruppetto dei collaboratori della Pastorale Giovanile udinese.

Elena, segretaria della PG diocesana

Anche oggi il papa ci ha ricordato l’importanza delle relazioni, usiamo di meno il cellulare riscoprendo l’incontro di persona, faccia a faccia, sguardo a sguardo. L’invito ad agire e vivere controcorrente: questa è la bellezza dei giovani che vivono il Vangelo!

Sara, 29 anni da Remanzacco

Un’emozione unica, essere lì davanti, incrociare il suo sguardo compassionevole e pieno d’amore, circondato da ragazzi che inneggiavano e lo chiamavano per noi, perché è vero lui è uno di noi, che ci parla e ci arriva al cuore.
Belle le sue parole “L’unica volta che noi possiamo guardare una persona dall’alto in basso con bellezza è quando la aiutiamo a sollevarsi” e poi continua “E così fa Gesù con noi, quando siamo caduti. Ci guarda dall’alto in basso. Questo è bello. Non ci credi? Apri il Vangelo e guarda cos’ha fatto con Pietro, con Maria Maddalena, con Zaccheo, con tanti altri: meraviglie con le loro fragilità. Il Signore con la nostra fragilità fa delle meraviglie.”
Queste parole parlano a me e a tutti noi, oggi ci chiedono di essere forti e belli, ma il papa ci ha ricordato anche l’importanza di essere fragili, per poter vivere la gioia di essere aiutati e amati e non puniti.
Emozionante e innaspettato anche aver avuto l’occasione di stringergli la mano, una cosa scoperta a pochi minuti dal suo arrivo e l’emozione è stata tale da non farmi uscire la voce (strano per me). Stringere la mano di quell’uomo anziano, stanca ma calda, ma che ha stretto le mani a tante persone, potenti e meno, una mano che cerca la pace, incrociare il suo sguardo caldo e amorevole, questo sarà un ricordo che serberò e conserverò nel cuore, farò tesoro di ciò che ho ricevuto.

Simone, 35 anni da Udine

Oggi abbiamo vissuto veramente ciò che ci ha detto Papa Francesco: un’esperienza così bella che non possiamo non condividerla,non solamente sui social (l’abbiamo già fatto) ma con i ragazzi e i giovani delle nostre parrocchie e con le persone che nei prossimi giorni incontreremo. Il Papa ci ha esortati ad alzarci e andare, come ha fatto la Vergine perchè siamo fatti per il cielo. Alzarsi per stare in piedi di fronte alla vita e dire il nostro “eccomi” perchè ognuno di noi ha un tesoro dentro di sè da condividere con gli altri. Questo tesoro però non riusciamo sempre a farlo emergere, perchè ci sentiamo inadeguati. Ecco allora che il Papa ci ha chiesto di cambiare inquadratura, come con il cellulare nelle foto, e non guardare con i nostri occhi alla nostra vita ma con lo sguardo di Dio. 

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