Tappa 4 – Beati i puri di cuore

Che cos’è il “cuore”? Il cuore nella Bibbia è il luogo dei sentimenti, dei desideri e soprattutto della volontà: «è l’intimo dell’uomo, il centro della persona, il luogo profondo in cui la nostra persona prende la coscienza di sé, riflette sugli avvenimenti, medita sul senso della realtà, assume…

Che cos’è il “cuore”? Il cuore nella Bibbia è il luogo dei sentimenti, dei desideri e soprattutto della volontà: «è l’intimo dell’uomo, il centro della persona, il luogo profondo in cui la nostra persona prende la coscienza di sé, riflette sugli avvenimenti, medita sul senso della realtà, assume comportamenti responsabili verso i fatti della vita e verso  lo stesso mistero di Dio» (C.M. Martini, Le beatitudini, ed. In dialogo, Milano 1990, p. 70). Quindi quando parliamo di cuore parliamo di “interiorità” e di “coscienza” e per Gesù sono beati proprio coloro che hanno il cuore, l’interiorità, la coscienza pulita, trasparente, limpida, in una parola, “pura”.

 

Cos’è la “purezza”? La Bibbia per parlare della purezza usa il termine “katharòs”, che significa semplicemente “pulito” (il contrario di “sporco”). Esseri puri è essere puliti, senza macchie. Ma dove? Nel cuore! Beati i puri di cuore significa essere puliti nel cuore, cioè non tanto puliti esteriormente, ma interiormente, anche perché se siamo puliti nel cuore, interiormente, sicuramente saremo puliti esteriormente, nella vita e nelle relazioni quotidiane. Puliti nel cuore riguarda sia la purezza intesa come “dominio della sensualità”, il controllo di se stessi in ambito affettivo-sessuale, nel vivere la propria sessualità, sia come “purezza di intenzione”, cioè essere onesti, trasparenti, non avere secondi fini. È utile ascoltare e meditare le parole di Gesù a questo proposito: “Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro»…«Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo» (Mc 7,15.21-23).

 

La purezza di cuore. Il cuore è quindi il luogo da cui esce il bene o il male, la purezza o l’impurità: dal cuore escono le nostre cattiverie o la nostra bontà, le cattive o le buone intenzioni, le cattive o le buone azioni. Il cuore è l’origine di ogni nostro comportamento: perché dal cuore esca il bene è necessario allora che il nostro cuore si conformi (prenda la stessa forma) al cuore di Dio, faccia propria la volontà di Dio che troviamo espressa nella Sacra Scrittura. E se alle volte escono da noi cose impure, cattive, intenzioni poco limpide, allora è possibile rinnovare il nostro cuore chiedendo nella preghiera a Dio stesso che ci purifichi il cuore, che purifichi le nostre intenzioni. È utile in questo caso fare nostra la bellissima preghiera del salmo 50, che da una parte ci aiuta prendere coscienza delle nostre impurità e, dall’altra, chiede a Dio di ricreare nel nostro cuore la purezza: “Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità. Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro. Sì, le mie iniquità io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto: così sei giusto nella tua sentenza, sei retto nel tuo giudizio. Ecco, nella colpa io sono nato, nel peccato mi ha concepito mia madre. Ma tu gradisci la sincerità nel mio intimo, nel segreto del cuore mi insegni la sapienza. Aspergimi con rami d’issòpo e sarò puro; lavami e sarò più bianco della neve. Fammi sentire gioia e letizia: esulteranno le ossa che hai spezzato. Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe. Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo”.

 

Purificati nell’intimo dal perdono e dalla misericordia di Dio, allora potremo riprendere a vivere la beatitudine della “purezza di cuore” che è l’atteggiamento di chi ha le “mani pulite”, che è innocente, che non ha fatto male a nessuno, che non ha usato violenza verso il prossimo, che non uccide l’anima del prossimo, che difende e ama la vita anche degli altri, che non dice il falso perché è puro nelle intenzioni, trasparente, limpido: «Il cuore puro è dunque proprio dell’uomo che obbedisce ai comandamenti, che è fedele a Dio, che è pienamente onesto» (C.M. Martini, Le beatitudini, ed. In dialogo, Milano 1990, p. 73).

 

Qualche domanda per la riflessione personale o di gruppo…

Papa Francesco ha scritto che «per quanto riguarda invece la definizione di “puro”, la parola greca utilizzata dall’evangelista Matteo è “katharòs” e significa fondamentalmente pulito, limpido, libero da sostanze contaminanti». (Papa Francesco, Messaggio per la XXX Giornata Mondiale della Gioventù 2015, dal Vaticano, Roma 31 gennaio 2015). Quali sono le “sostanze contaminanti” che rendono in questo momento il nostro cuore impuro? Quali sono invece quelle “sostanze fertilizzanti” che lo rendono bello, ricco di umanità, limpido, pulito, trasparente, vero?
Papa Francesco ha augurato ai giovani del mondo di trovare la strada per realizzare quel desiderio di felicità che porta dentro di sé ogni uomo, ogni giovane: «La parola beati, ossia felici, compare nove volte in questa che è la prima grande predica di Gesù (cfr Mt 5,1-12). È come un ritornello che ci ricorda la chiamata del Signore a percorrere insieme a Lui una strada che, nonostante tutte le sfide, è la via della vera felicità. Sì, cari giovani, la ricerca della felicità è comune a tutte le persone di tutti i tempi e di tutte le età. Dio ha deposto nel cuore di ogni uomo e di ogni donna un desiderio irreprimibile di felicità, di pienezza». (Papa Francesco, Messaggio per la XXX Giornata Mondiale della Gioventù 2015, dal Vaticano, Roma 31 gennaio 2015). Avvertite che i vostri cuori sono inquieti e in continua ricerca di un bene che possa saziare la loro sete d’infinito? Quali sono i desideri di felicità che portante nel vostro cuore in questo momento? Chi potrebbe soddisfarli?
Papa Francesco infine ha richiamato e citato il famoso passaggio che papa Giovanni Paolo II ha lasciato a tutti i giovani nel grande Giubileo del 2000 a Tor Vergata (Roma): «in Cristo, cari giovani, si trova il pieno compimento dei vostri sogni di bontà e felicità. Lui solo può soddisfare le vostre attese tante volte deluse dalle false promesse mondane. Come disse San Giovanni Paolo II: «è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E’ Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande» (Papa Francesco, Messaggio per la XXX Giornata Mondiale della Gioventù 2015, dal Vaticano, Roma 31 gennaio 2015). È davvero Gesù la bellezza che ci attrae, colui che provoca radicalità, che ci fa deporre le maschere per non essere impuri nelle intenzioni, che suscita il desiderio del dono della propria vita per qualcosa di grande? O siamo più propensi di adattarci al compromesso, ad indossare sempre la maschera per non assumerci responsabilità e impegni d’amore, a soffocare i desideri che portiamo nel cuore magari per pigrizia?

 

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