Tappa 3 – …perché di essi è il Regno dei Cieli

La cornice di un bellissimo quadro d’amore! Osservando la struttura del testo delle “Beatitudini” possiamo scoprire che la 1^ e l’8^ Beatitudine si concludono allo stesso modo: “perché di essi è il regno dei cieli”. Potremmo dire che questa frase…

La cornice di un bellissimo quadro d’amore! Osservando la struttura del testo delle “Beatitudini” possiamo scoprire che la 1^ e l’8^ Beatitudine si concludono allo stesso modo: “perché di essi è il regno dei cieli”. Potremmo dire che questa frase che si ripete per due volte è come la cornice del bellissimo quadro d’amore che sono le “Beatitudini”. Un’altra osservazione importante è che queste prime 8 Beatitudini sono tutte espresse nella terza persona plurale e al tempo futuro: beati tutti coloro che nella storia vivranno le beatitudini! L’ultima beatitudine, la nona, invece è alla seconda persona plurale e al tempo presente: beati voi adesso, oggi, in ogni adesso e in ogni oggi, se, pur nelle difficoltà della vita, vivrete le beatitudini, perché a voi adesso è promesso in dono il “regno dei cieli”.

 

Cos’è il “regno dei cieli”? Il “regno dei cieli” è il luogo dove abita Dio, perché Dio abita “nei cieli”. Potremmo dire che il “regno dei cieli” è il regno di Dio, il mondo di Dio, è il luogo dove abita il suo infinito amore e la sua infinita misericordia. Ma Gesù, il Figlio che Dio Padre ci ha donato per amore e per la nostra salvezza, è sceso dal cielo e venendo ad abitare sulla terra ha portato il regno dei cieli, il mondo di Dio, l’amore e la misericordia di Dio anche sulla terra e nel nostro cuore. Anche Papa Francesco ce lo ha ricordato quando scrive: “Tema centrale nel Vangelo di Gesù è il Regno di Dio. Gesù è il Regno di Dio in persona, è l’Emmanuele, Dio-con-noi. Ed è nel cuore dell’uomo che il Regno, la signoria di Dio si stabilisce e cresce”. (Papa Francesco, Messaggio per la XXIX Giornata Mondiale della Gioventù 2016, dal Vaticano, Roma 21 gennaio 2014).

 

Ma il “regno dei cieli” non è solo uno spazio, ma è soprattutto il “regnare” di Dio nella vita degli uomini quando questi li fanno spazio dentro il loro cuore. Il “regno dei cieli” è la potenza dell’amore e della misericordia di Dio Padre che, attraverso Gesù e con la forza dello Spirito Santo, viene incontro all’uomo, cerca di abitare nel suo cuore e nella sua vita con l’abbondanza della sua tenerezza, aprendo in ogni uomo che o accoglie orizzonti di speranza e aiutandoci a realizzare i nostri sogni di bene e di pace.

 

Il “regno dei cieli” è una promessa e un dono! Dio Padre desidera tanto raggiungerci sia con una promessa che con un grande dono, quello del suo amore e della sua misericordia. A chi vive la beatitudine della “povertà in spirito” e a chi accetta di vivere la beatitudine della “persecuzione” per costruire la giustizia nel mondo, promette in dono “il regno dei cieli”, cioè promette e ci dona la sua vicinanza pronto a combattere assieme a noi la bellissima ma anche faticosa esperienza della vita, promette e ci dona la sua presenza, il suo amore, la sua misericordia, la forza e la gioia di vivere senza paura quella vita che Lui stesso ci ha posto nelle nostre mani. E con noi, desidera portare il suo regno d’amore, di giustizia, di pace, di misericordia e di amore nel mondo, perché raggiunga ogni angolo della terra, anche il più nascosto, in modo che l’uomo, che abita quella periferia esistenziale, non si senta mai più solo e possa riprendere a sperare, a sognare e a vivere in pienezza la gioia della vita.

 

Conclusione. Abbiamo visto dunque la Beatitudine dei “poveri in spirito”: viverla, come ci dice papa Francesco, è come orientare il nostro rapporto con Dio, con i beni materiali e con i poveri. È diventare “missionari del regno dei cieli” per portare da poveri tra i poveri del mondo e in ogni periferia esistenziale l’amore e la misericordia di Dio: “Il Signore vuole una Chiesa povera che evangelizzi i poveri. […] La povertà evangelica è condizione fondamentale affinché il Regno di Dio si diffonda. Le gioie più belle e spontanee che ho visto nel corso della mia vita sono quelle di persone povere che hanno poco a cui aggrapparsi. L’evangelizzazione, nel nostro tempo, sarà possibile soltanto per contagio di gioia […] Davanti all’esempio e alle parole di Gesù, avvertiamo quanto abbiamo bisogno di conversione, di far sì che sulla logica dell’avere di più prevalga quella dell’essere di più! (Papa Francesco, Messaggio per la XXIX Giornata Mondiale della Gioventù 2016, dal Vaticano, Roma 21 gennaio 2014)

 

Qualche domanda per la riflessione personale o di gruppo

Il “regno dei cieli” è il regno di Dio, il mondo di Dio, è il luogo dove abita il suo infinito amore e la sua infinita misericordia: ci sentiamo dentro a questo regno di amore e di misericordia? Cosa provoca in noi questa bellissima e importantissima presenza di Dio e del suo amore nella nostra vita? Cosa apporta di bello alla nostra esistenza sapere che il regno, che Dio stesso è presente in noi?
Il “regno dei cieli” non è solo uno spazio, ma è la potenza dell’amore e della misericordia di Dio Padre che, attraverso Gesù e con la forza dello Spirito Santo, viene incontro all’uomo. Per fare questo Dio ha bisogno di missionari del regno dei cieli: ci siamo resi alle volte disponibili ad essere missionari del regno di Dio, cioè abbiamo portato o portiamo l’amore di Dio nella vita delle persone che incontriamo ogni giorno? Facciamo loro gustare la presenza dell’amore di Dio attraverso le nostre parole o i nostri gesti quotidiani? Cosa proviamo dentro di noi quando riusciamo a regalare un pezzetto del nostro cuore alle persone che hanno bisogno di un aiuto, o di consolazione, o di condividere un dispiacere, una sofferenza o un dolore?
Papa Francesco ha scritto che “davanti all’esempio e alle parole di Gesù, avvertiamo quanto abbiamo bisogno di conversione, di far sì che sulla logica dell’avere di più prevalga quella dell’essere di più!”: qual è la logica di fondo della nostra vita? Quella dell’avere o quella dell’essere sempre più segni dell’amore di Dio?
Il “regno dei cieli” è una promessa e un dono: è un dono nell’oggi perché io possa crescere nell’amore secondo il Vangelo di Gesù; è una promessa di vita eterna, di paradiso per chi vive le beatitudini. Che visione ho della vita? Tutto finisce con la morte con la morte tutto continua per l’eternità? Penso mai alla vita eterna, al Paradiso, meta del nostro cammino di vita? Cos’è per me il paradiso e la vita eterna?
Lasciamoci provocare dalla nostra professione di fede, cioè dal “Credo” che preghiamo la domenica a Messa quando diciamo insieme le parole “Aspetto la risurrezione dei morti e la vita che verrà”: crediamo a queste parole che professiamo pubblicamente? Crediamo davvero alla vita eterna, alla beatitudine eterna che è il premio di coloro che vivono le beatitudini qui sulla terra?

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