Scheda 2 – Ti servo?

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Obiettivo
Favorire la consapevolezza che far memoria del terremoto e della rete di solidarietà che si è costruita dopo l’evento, ci dice che ciascuno di noi serve, può fare qualcosa, nelle situazioni più drammatiche come nelle situazioni quotidiane; il farsi dono per gli altri, il servizio gratuito, deve essere vissuto nella quotidianità, come allenamento per saper vivere poi la solidarietà anche, se necessario, nelle situazioni di emergenza.

Materiali e allegati

Fogli con scritte (si veda “prima parte: innesco”).Computer e proiettore.Allegato 2A: la solidarietà dei gruppi giovanili.Allegato 2B: canzone “Luce”, di Fiorella Mannoia.Allegato 2C: immagini in Power Point.Allegato 2D: testo della canzone “Luce”.Allegato 2E: fumetto “Io ti servo”.Allegato 2F: testi di mons. Alfredo Battisti.Allegato 2G: sagoma con parti mancanti.Allegato 2H: scheda di allenamento.Allegato 2I: preghiera finale.Allegato 2J: recensione del film “About a boy”.Allegato 2K: spezzoni del film “About a boy” (su richiesta via mail all’ufficio di Pastorale Giovanile).

Attività
L’attività di questa scheda è piuttosto complessa. A discrezione dell’animatore, è possibile impiegare due incontri o una serata.
Indichiamo alcune tempistiche orientative per ogni sotto-attività, per permettere all’animatore di calibrare al meglio i tempi dell’incontro.

Prima parte: innesco
[Tempo: 5 minuti circa] Proiettare o sparpagliare sul pavimento queste scritte: “a cosa serve studiare? a cosa serve lottare contro l’ingiustizia? a cosa serve pregare? a cosa serve tutto questo? a cosa servo io?”; chiedere se le hanno mai pensate o pronunciate.

Far riflettere i ragazzi sul fatto che spesso ci scoraggiamo di fronte alla grandezza dei problemi (fame nel mondo, guerre e profughi, cambiamenti climatici e disastri ambientali…) e alla povertà dei nostri mezzi (cosa possiamo fare? tanto non serve! è solo una goccia nell’oceano! sono i politici che devono pensarci…), anche di fronte alla fatica di un impegno continuo (ho iniziato ma poi mi sono stancato, è troppo impegnativo, non potrò esserci sempre…). Rassicurarli sul fatto che, sebbene sia comprensibile questo senso di frustrazione, in realtà in tante situazioni di emergenza i giovani si sono dati da fare per aiutare e il loro contributo è stato importante ed efficace.

Seconda parte: attività per interiorizzare
1° Obiettivo: scoprire che molti giovani, in passato come oggi, di fronte a situazioni di emergenza organizzano reti di solidarietà, si rimboccano le maniche e donano del tempo agli altri; capire cosa li può spingere a fare volontariato.
[Tempo: 20 minuti circa] Proiettare le notizie sulla solidarietà dei gruppi giovanili durante il terremoto del 1976 (Allegato 2A) o far leggere le stesse su dei cartelloni collocati nella stanza (scegliere un carattere di stampa simile ai quotidiani). Quindi far ascoltare la canzone di Fiorella Mannoia “Luce” (Allegato 2B) e mentre si ascolta la canzone proiettare delle immagini di oggi in cui si vedono emergenze come un’alluvione o i profughi e volontari che li aiutano. Le immagini sono in Allegato 2C. Poi consegnare il testo della canzone (Allegato 2D) e far evidenziare le frasi con cui sono d’accordo e che appenderebbero sui muri della città come manifesti pubblicitari per promuovere il volontariato.

2° Obiettivo: Comprendere che il volontariato è una forma di servizio; riflettere sul duplice significato nel linguaggio comune di “io ti servo”: esserti utile e servire te; capire il senso cristiano del servizio.
[Tempo: 20 minuti circa] Si consegna ai ragazzi la sagoma di un fumetto con scritto “io ti servo” (simile all’allegato 2D), chiedendo loro di pensare a una situazione della vita quotidiana in cui potrebbe essere pronunciata questa frase.
Quindi si invitano i ragazzi a riflettere sul fatto che quei giovani che sono andati ad aiutare i terremotati o gli alluvionati o i profughi hanno senz’altro fatto una cosa utile agli altri ma, se sono cristiani, ciò che li ha spinti è anche il desiderio di mettersi a servizio degli altri, come ha fatto Gesù quando ha lavato i piedi ai suoi discepoli. Ciò che i cristiani sono chiamati a portare con i gesti, più che con le parole, è un messaggio di speranza, la vita che vince la morte.

Leggere insieme i messaggi di mons. Alfredo Battisti dopo il terremoto (Allegato 2F)
 
3° Obiettivo: Capire che ognuno di noi, a qualsiasi età, è chiamato ad un servizio, perché per costruire il Suo Regno di pace e giustizia Dio ha bisogno della nostra collaborazione.  
[Tempo: 15 minuti circa] I ragazzi sono invitati a individuare le parti del corpo mancati nel disegno proposto. In seguito si chiede di reperire nelle riviste e nei quotidiani a disposizione gli elementi mancanti (Allegato 2G). Mentre svolgono l’attività i ragazzi sono invitati a riflettere sul significato simbolico delle parti omesse e sulla loro utilità.
 
Quindi consegnare e far incollare sotto il disegno di Gesù questo famoso testo:
Cristo non ha mani, ha soltanto le nostre mani per fare il suo lavoro oggi. Cristo non ha piedi, ha soltanto i nostri piedi per guidare gli uomini a sé. Cristo non ha labbra, ha soltanto le nostre labbra per parlare agli uomini oggi. Noi siamo l’unica Bibbia, che tutti i popoli leggano ancora. Noi siamo l’ultimo appello di Dio scritto in parole ed opere.

4° Obiettivo: Capire che si impara a servire, ad amare gratuitamente gli altri, solo nel quotidiano, allenandosi al dono di sé.
[Tempo: 10 minuti circa] Si propone ai ragazzi una Scheda di allenamento (Allegato 2H) per potenziare una serie di muscoli che ci servono per compiere il servizio (il lavoro è personale).
Ognuno valuterà quali sono i propri punti di forza e di debolezza scegliendo quali sono i muscoli da allenare, le prassi da attuare e gli atteggiamenti da modificare per allenarsi al servizio.

Ultima parte: per concludere
[Tempo: 10 minuti circa] Far vedere lo spezzone tratto dal film “About the boy” (Allegato 2K; per capire il film, il catechista può leggere la trama predisposta in Allegato 2J). Sviluppare l’idea che nessun uomo è un’isola e la nostra vita è legata a quella degli altri, non possiamo far finta di niente, essere indifferenti, oppure iniziare ad aiutare qualcuno e poi non mantenere l’impegno, se non a prezzo di molta sofferenza nostra e degli altri.  Amare, servire, può essere faticoso, aprire le porte del nostro cuore all’altro e lasciarsi coinvolgere nella sua vita richiede coraggio, ma è questo che dà senso alla nostra vita e dà gioia, perché Dio ha creato il nostro cuore per amare.
In alternativa al film si può proporre la poesia “No man is an island” di John Donne (1623). Eventualmente il testo può essere diviso in pezzi di puzzle sparsi sul tavolo, mescolando anche versi in italiano e in inglese se i pezzi sono di colori diversi. I giovanissimi devono ricomporre la poesia, leggerla e approfondirne il significato con il catechista.

Nessun uomo è un isola,
in se stesso racchiuso;
ogni uomo è un pezzo
del Continente,
una parte del tutto;
se il mare si porta via
una zolla di terra,
l’Europa ne è diminuita,
come se sparisse un promontorio,
la casa assolata di un amico,
o la tua stessa;
la morte di ogni uomo mi diminuisce,
perché sono parte dell’umanità;
per questo, non chiedere mai
per chi suona la campana;
essa suona per te.
 

Preghiera conclusiva (Signore, perché mi hai detto di amare? – Michel Quoist)
Si trova in Allegato 2I.
 
 
La foto in alto è tratta dal sito www.tieremotus.it.
 
 

Mons. Battisti: un grande pastore per il Friuli

 
Questa Scheda 2 fa ampio riferimento agli scritti di mons. Alfredo Battisti, un grande Vescovo poco conosciuto dai giovani di oggi.

Nato a Masi, in provincia e diocesi di Padova, il 17 gennaio 1925, Alfredo Battisti fu ordinato sacerdote il 20 settembre 1947. Vicario generale della diocesi di Padova, il 13 dicembre 1972 fu eletto arcivescovo di Udine. Ricevette l’ordinazione episcopale il 25 febbraio 1973 nella cattedrale di Udine. Fu definito “il Vescovo del terremoto”, in quanto Arcivescovo di Udine durante il disastroso terremoto del Friuli nel 1976. In particolare, pronunciò la frase che divenne lo slogan della ricostruzione dopo il terremoto: «Prima le fabbriche, poi le case, poi le chiese».

Si dimise, per raggiunti limiti di età, il 28 ottobre 2000 e si ritirò presso il Santuario della Madonna Missionaria di Tricesimo. Alfredo Battisti morì il 1º gennaio 2012 all’ospedale di Udine, dove era stato ricoverato il giorno precedente. Il rito funebre si tenne il 4 gennaio nella cattedrale di Udine. Mons. Battisti riposa nella cripta della cattedrale di Udine.

Un’ampia raccolta di scritti di mons. Battisti è stata pubblicata nel libro “Le confessioni di un Vescovo” (2012), curato da don Luciano Liusso, storico segretario di mons. Battisti. I testi in Allegato 2F sono tratti proprio da questo libro, pertanto ringraziamo di cuore don Luciano Liusso per la disponibilità nel reperimento di questi preziosi documenti.
 


Proposte di volontariato giovanile oggi


 
Il volontariato giovanile non è morto con il post-terremoto. Ancora oggi, qui in Friuli, è possibile donare tempo ed energie per il prossimo. Sul nostro sito abbiamo allestito una sezione web in cui suggeriamo alcune possibilità concrete.
 
 

 

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