«Il seme non sa dove finirà, ma il suo scopo è sempre lo stesso: morire per portare vita»

«Abbiamo ricevuto la vita in una specie di concentrato che è dentro di noi, ma fino a che punto sono consapevole delle mie origini, della mia storia, e soprattutto delle mie potenzialità?» Con queste parole don Alan Iacoponi – vice-parroco di Gemona e responsabile della Pastorale Giovanile della forania gemonese – ha iniziato la sua catechesi all’incontro Bota fé dello scorso 16 marzo, il cui tema era «La grazia della croce: il dono di sé». Il testo di riferimento era il brano evangelico del “seme che muore” (Gv 12, 23-26.32-33).

 

Nella sua catechesi, don Alan si è soffermato sugli elementi che circondano il seme e ne permettono il sacrificio: la terra, l’acqua, il sole, la cura. Eppure, anche con elementi buoni, è il seme stesso a essere chiamato a sacrificarsi per portare vita. Esattamente come fece Gesù, crocifisso affinché ciascuno di noi possa avere la vita eterna nell’amore di Dio. Nella storia, l’esempio di Cristo è stato imitato da diversi santi (non tutti saliti già agli onori degli altari), che sono stati capaci di donare la vita per portare vita: nella serata di Bota fé è stato proiettato un breve filmato con i tratti di alcuni di questi santi.

 

Come di consueto, poi, la serata si è sviluppata con la possibilità di accostarsi alla Confessione, a un colloquio/chiacchierata con una religiosa o una coppia di giovani sposi, o ancora con un momento di animazione in gruppo.

 

Il prossimo appuntamento dell’itinerario “Bota fé” sarà l’ultimo da vivere in seminario: venerdì 20 aprile, infatti, rifletteremo assieme su un’altra grazia donataci da Gesù: l’Eucaristia.

 

Per approfondire:

Foto della serata;
Traccia dell’incontro, con la catechesi di don Alan Iacoponi
Spunti per la preghiera
Traccia di meditazione per l’esame di coscienza

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