Dentro al mondo (e alla testa) degli adolescenti. Ricerche di speranza

L’incontro dello scorso 13 novembre con la dottoressa Daniela Marzana, collaboratrice dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto “G. Toniolo” di Milano, intervenuta al secondo appuntamento di «Coordinate di Pastorale Giovanile», ha aperto diversi scenari sinora riservati strettamente agli addetti ai lavori che, ad alto livello, si impegnano nel coordinamento della Pastorale Giovanile in giro per il Friuli… e l’Italia.

Questi scenari si possono sintetizzare in una serie di volumi editi da Vita e Pensiero (tranne il “Rapporto giovani”, edito da Il Mulino), con i quali si aprono finestre di conoscenza e speranza sul mondo giovanile attuale.

In questa pagina segnaliamo i volumi più rilevanti, invitando gli interessati a contattarci (preferibilmente entro il 25 novembre) per prenotare le copie desiderate.

 

Generazione Z: guardare il mondo con fiducia e speranza

A cura di: Paola Bignardi, Elena Marta, Sara Alfieri

Spesso definita dagli adulti in termini “deprivativi” (gli adolescenti “che non”) o negativi (bulli, inattivi, prepotenti ecc.), questa generazione di adolescenti sembra mancare di risorse e competenze. Ma è davvero così? Questo libro cerca di rispondere alla domanda, presentando alcuni dati emersi dalla prima rilevazione della ricerca longitudinale Generazione Z, promossa dall’Istituto Toniolo di Studi Superiori in 36 scuole distribuite sul territorio nazionale, che ha coinvolto circa 6.000 studenti. L’indagine, grazie al Positive Youth Development Approach, si propone di guardare alle risorse e alle capacità degli adolescenti piuttosto che ai loro limiti. Risorse e capacità che possono emergere anche grazie al contesto in cui nascono e crescono. In particolare, in questa fase della ricerca, sono stati presi in considerazione i seguenti aspetti: la presentazione dell’approccio teorico; il contributo che gli adolescenti sentono di poter dare alla famiglia, alla scuola e alla loro crescita; il contesto scolastico; l’uso dei media; i comportamenti a rischio ‘tradizionali’ (abuso di alcool, rapporti sessuali non protetti ecc.); lo studio delle lingue straniere. Chiudono il lavoro alcune indicazioni pedagogiche e riflessioni psicologiche sui risultati emersi.

 

Il futuro della fede: nell’educazione dei giovani la Chiesa di domani

A cura di: Rita Bichi, Paola Bignardi

Quale futuro per la fede? E per le comunità cristiane? Dopo l’indagine che ha coinvolto 150 giovani di tutta Italia sul loro rapporto con la religione (Dio a modo mio. Giovani e fede in Italia, a cura di R.Bichi e P. Bignardi, Vita e Pensiero, 2015), l’équipe di ricerca dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo si è convinta che il futuro della fede – ma anche dell’umanità e della società – passi anche attraverso l’educazione, perché è generato nella coscienza delle persone in cui, nella libertà, si realizza l’intreccio tra umano e divino, tra ciò che si riceve e la spinta a reinterpretarlo. Da qui l’esigenza di conoscere meglio l’ispirazione, i temi, le motivazioni dei protagonisti – genitori, sacerdoti, insegnanti, suore, catechisti, animatori – che, con un’azione spesso poco riconosciuta, contribuiscono a iniziare i giovani al rapporto con il trascendente. La ricerca sugli ‘educatori alla fede’ si è avvalsa di 165 interviste, condotte su tutto il territorio nazionale, con domande volte a indagare una molteplicità temi: come e dove si diventa oggi cristiani adulti? Quali sono gli obiettivi e lo stile degli educatori? Quali atteggiamenti hanno nei confronti del mutamento della Chiesa e del modo di intendere la fede? E ancora: che cos’è considerato successo o fallimento in questa azione educativa? Quali le reti e le relazioni all’interno della comunità cristiana? L’uso di tecniche di ricerca poco direttive ha consentito la raccolta di ricchissime testimonianze sui percorsi attraverso i quali gli educatori alla fede divengono tali, sulle fonti, i riferimenti, i motivi ispiratori che guidano la loro azione, sulle parole chiave e le sfide del mondo contemporaneo.

 

Dio a modo mio: giovani e fede in Italia

A cura di: Rita Bichi, Paola Bignardi

Che rapporto hanno i giovani con la fede? Quali sono le loro credenze e i loro atteggiamenti nei confronti della religione?  Come hanno vissuto l’esperienza dell’Iniziazione cristiana, quali ricordi hanno del ‘catechismo’? Sappiamo che molti di loro, dopo la Cresima, si allontanano dalla Chiesa: quali ne sono i motivi? E quali esperienze e cammini possono portare a un riavvicinamento? A queste e ad altre domande hanno risposto centocinquanta giovani, ragazze e ragazzi tra i diciannove e i ventinove anni, tutti battezzati, residenti in piccole e grandi località del Nord, Centro e Sud di Italia, con diverso titolo di studio. Cinquanta tra coloro che si sono dichiarati credenti nella prima fase della ricerca, promossa dall’ente fondatore dell’Università Cattolica Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, sono stati di nuovo intervistati e hanno raccontato – per la prima volta nel nostro Paese con tale estensione e profondità di indagine – la loro esperienza di fede e il loro vissuto religioso, rivelando un interessante spaccato di questa intima dimensione della vita, delle sue luci e delle sue ombre.

 

La condizione giovanile in Italia: rapporto giovani 2019

La chiave di lettura della sesta edizione del Rapporto Giovani, l’indagine sulla condizione delle nuove generazioni in Italia a cui ha dato inizio l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori nel 2012, è quella del presente, nelle sue molteplici sfaccettature: tempo di attesa passiva, di svago e interazione con gli altri, di scelte utili per il futuro personale e collettivo.

Fra i temi centrali, l’uscita precoce di molti giovani dal sistema formativo, con particolare interesse per l’impatto sul lavoro e sulla partecipazione sociale. Un paese prospera se mette le nuove generazioni nella condizione di essere efficacemente inserite nel mondo del lavoro: l’analisi del Rapporto fa emergere i fattori predittivi dell’entrata e della permanenza nella condizione di Neet e, soprattutto, conferma che scivolano in tale condizione i giovani con basse credenziali formative e che vivono in contesto poveri di opportunità. Nella transizione alla vita adulta è rilevante la conquista di una propria autonomia abitativa dai genitori: l’indagine mette in luce i significati assegnati oggi dai giovani a tale scelta. La difficoltà a rendersi indipendenti ha ripercussioni importanti sull’identità e sulla possibilità di acquisire un ruolo all’interno della società. Sul tema della legalità i giovani del Rapporto sembrano attribuire molta importanza alle leggi come strumenti di regolazione sociale e di garanzia delle libertà personali, allo stesso tempo avvertono un alto grado di illegalità diffusa.

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